Mentalità giornalistica

C'è sempre in un cantuccio del giornale
qualche fattaccio con in mezzo il morto
brevemente riassunto dal rapporto
di qualche informatore occasionale.

        Naturalmente non faranno il torto
        di scomodare l'inviato speciale
        per qualche delittuccio dozzinale
        commesso forse ai margini del porto.

E se un sospetto prende per l'orecchio
l'indiziato e lo porta alla giustizia
e alla galera, buonanotte al secchio.

        Non se ne parla più. Chi ha da parlare?
        Non è un ergastolano a far notizia,
        non è un morto ammazzato a protestare.

Se invece spara la manina bella
di una signora col brillante al dito
che dalla scollatura del vestito
graziosamente estrae la rivoltella,

        che magnifico pezzo colorito
        si scriverà sull'eroina bella
        con gli attributi degni di una stella
        e foto e foto e foto all'infinito.

Così se lo psichiatra se la piglia
sotto controllo e quasi a prima vista
la riconosce, chi si meraviglia?

        Frattanto intorno al nuovo memoriale
        lotta per l'esclusiva ogni rivista
        a colpi di milioni: è naturale!